Enzo Gazzerro
Vedere l'invisibile
Note di un collezionista
- Series Fil Rouge
- Binding Paperback with flaps
- Size 15 x 21 cm
- Pages 376
- Illustrations 40
- Language Italian
- Year 2018
- ISBN 9788836639403
- Price € 14,00 € 13,30
Enzo (1931-2016) e Edda Gazzerro per qualche decennio hanno intrecciato alla loro vita lavorativa la passione per l’arte, dedicando a essa ogni spazio possibile e ricavandone il loro “orticello” di libertà mentale. Spesso insieme in giro per l’Europa negli anni della Cortina di Ferro, hanno stretto con alcuni artisti un rapporto segnato da amicizia e comuni interessi culturali.
Il libro nasce dalle riflessioni di Enzo Gazzerro sul senso del collezionare e sugli intrecci di questa passione con il divenire delle cose.
Questa serie di notazioni serve più a me che ai “miei cinque lettori”.
Voglio capire come mai, tra le tante attività collaterali che un uomo può fare, mi sia messo proprio a collezionare avanguardie contemporanee.
Fin dai primi passi ci si rende conto di entrare in un mondo pieno di fascino ma anche di fatiche, di insidie, di trappole: uno che da ragazzino voleva fare il bibliotecario, con un bel camice nero come quello della biblioteca pubblica che era la mia seconda casa, e che poi ha fatto il radiologo, per fare un lavoro perfettamente galileiano, da adulto si mette a collezionare pezzi di tela, di legno o di vari materiali, provenienti da un mondo culturale complesso e a lui operativamente estraneo. Sembra impossibile, ma è accaduto a me e accade con notevole frequenza. Perché?
(Enzo Gazzerro)
Un’affermazione di necessità
Per introdurre
Antonio D'Avossa
Prima stanza
L’arte non è il mondo • La disarmonia delle immagini • Scrivere è terribile • Il disordine dei mercati • Collezionismo e otia • Vedere attraverso i corpi • Il principio di ragionevolezza • Andare in giro distrae • A Pallade Atena
Seconda stanza
Uno dei luoghi della bellezza • La scoperta del mondo classico • Enzo, svegliati, ci sono le cannonate • La biblioteca del Fascio • Il Tristano e de Sabata • Se non ci fosse stata Venezia • Genova, arcigna e bellissima • La riforma sanitaria • Dalí e Lobačevskij • Imparare è un viaggio • Il letto di Procuste • Croce e Gentile • Il bacillo di Koch • Don Chisciotte
Terza stanza
La luce di Venezia • Vagabondaggi • Il buio della nobile Praga • Nizza, il “negozio” di Ben • La grigia Chicago • Una citera a Bratislava • Viaggi fumosi • 1958, la Cortina di Ferro • Fiutare l’aria a Basilea
Quarta stanza
Gli spalloni delle idee • Non amo la carta patinata • Il collezionista eretico e il pentimento • Ricavarsi spazi mentali • Perché si colleziona? • Arte, affetti e doveri • Vivere con le proprie opere • Collezionare è borghese • La collezione non è una cappella privata • Anche guardare un disco è musica • Neuroscienza e neuroestetica • Luca Pacioli e la partita doppia • Röntgen e Duchamp • Wolf Vostell • Claudio Costa • Roman Opalka • Keith Tyson • Fluxus
Quinta stanza
Gli intellettuali e l’arte • Il potere e i detentori della verità • Il Partito Comunista Italiano • La cultura, soggetta al sistema • L’Areopagita e la burocrazia • Il Realismo socialista • Il Tupolev di Domodedovo • Yalta e i vincitori • L’arte e gli hedge funds • Artisti e committenza • Il mercante e il collezionista • Troppi cuochi e troppi sarti • Il buon padre di famiglia • L’arte come conoscenza e come libertà
Conversazione con Philippe Ungar
Il signore della Villa dei Capolavori