Bongiovanni Radice

Una pittura borghese

Milano, Fondazione Adolfo Pini
dal 29 Gennaio al 27 Marzo 2020

The exhibition

Dal 29 gennaio al 27 marzo, la Fondazione Adolfo Pini espone per la prima volta, in una veste insolita, i lavori pittorici di Renzo Bongiovanni Radice, al cui lavoro è dedicata la Fondazione.
Le opere in mostra raccontano la carriera pittorica e l’anima di Bongiovanni Radice, dagli anni Venti del Novecento fino agli ultimi anni della sua produzione artistica, 1970. I cinquant’anni in cui si dipana la sua vicenda sono probabilmente i più vulcanici di tutta la storia dell’arte (se si escludono gli anni Dieci del secolo scorso, che sono comunque appena a ridosso dell’attività matura di Bongiovanni, vista la presenza in catalogo di due lavori precocissimi datati 1916), ma Bongiovanni persegue la sua strada in solitaria, senza preoccuparsi delle “novità”, cercando di affinare sempre più quell’idea di pittura tradizionale in cui si riflettono mille suggestioni mutuate da altrettanti artisti, e che assume soprattutto quell’aspetto di “decoro” tipico della borghesia industriale milanese. Quasi una ricetta: conoscere tutto, prendere il meglio, lasciar sedimentare sino a quando il meglio, raffreddato, non rischia più di bruciare il palato.
Nel suo stile si riconosce una derivazione ottocentesca importante, una pacata adesione agli stilemi del Novecento italiano, senza però il monumentalismo delle figure, che non sono tra i soggetti preferiti di Bongiovanni dopo il suo primo periodo, e una curiosità spinta sin quasi alla citazione dei vedutisti più famosi tra Sette e Ottocento, ma ciò che alla fine esce da tutte le opere è la malinconia di un uomo solo con se stesso, impegnato in un rapporto stretto con la natura – di qui la vocazione al paesaggio -, cui chiede risposte all’esistenza, mentre le città che pure ha amato – Milano, Parigi, Venezia – sono quasi sempre ritratte in inverno e vuote dei loro abitanti.

The catalogue

Renzo Bongiovanni Radice (1899-1970) appartiene a quelle figure solitarie di artisti che spesso scelgono la riservatezza dell’animo al frastuono della società. Ciononostante, la sua cultura lo ha portato a sperimentare stili e stilemi dei maestri del suo tempo, dal romanticismo ottocentesco a una pacata adesione ai modi del Novecento italiano.
Questo volume, sostenuto e promosso dalla Fondazione Adolfo Pini di Milano, che fu casa e studio del pittore, è una testimonianza della carriera e dell’anima del pittore, e un contributo per la sua ricollocazione nel grande mosaico dell’arte italiana della prima metà del XX secolo.

Milano, Fondazione Adolfo Pini, gennaio - marzo 2020