Pier Paolo Pasolini

Fotogrammi di pittura

Mamiano di Traversetolo, Fondazione Magnani-Rocca
dal 11 Settembre al 12 Dicembre 2021

The exhibition

A pochi mesi dal centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini (avvenuta il 5 marzo 1922 a Bologna), la mostra focus intende evidenziare la piena apertura del poeta-regista al dialogo fra letteratura, cinema, arti figurative alla ricerca di quelle “corrispondenze” che furono al centro dell’interesse intellettuale anche di Luigi Magnani, fondatore della Magnani-Rocca, che visse a Roma nello stesso periodo di Pasolini e che ne possedeva le pubblicazioni. Particolare rilievo verrà dato ai riferimenti artistici ed estetici nei film di Pasolini.
Il progetto dell’esposizione – a cura di Stefano Roffi e Mauro Carrera – trae origine dal fatto che Pasolini, pittore egli stesso per tutta la vita, indicava sempre i modelli pittorici come riferimenti per il proprio linguaggio cinematografico, più per stile che per iconografia, spesso costruendo le inquadrature come scene dipinte, senza tuttavia farne citazioni semplicemente estetiche ma esprimendo efficacemente contenuti molto complessi, resi così universalmente comprensibili.
L’inquadratura immaginata come un quadro spiega la preferenza di Pasolini per il campo fisso: “come se io in un quadro – dove, appunto, le figure non possono essere che ferme – girassi lo sguardo per vedere meglio i particolari”; quindi la pittura risulta un mezzo congeniale per un linguaggio filmico di impronta “astorica”. La citazione artistica viene espressa attraverso la messa in posa, i lunghi primi piani che sottolineano la ieraticità dei volti (di attori presi il più delle volte dalla strada) e la ricostruzione di veri e propri tableaux vivants.
In mostra sontuosi costumi realizzati per i film, prestati dallo CSAC di Parma, e indossati da celebri attrici, come Silvana Mangano, locandine originali dei film, al tempo spesso considerati scandalosi e quasi sempre vietati ai minori di 18 anni, rare fotografie d’epoca e la galleria fotografica delle opere d’arte che Pasolini ebbe come riferimento, in accostamento alle scene tratte dai film.

The catalogue

Il volume, che apre le celebrazioni per il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini (Bologna, 1922 - Lido di Ostia, 1975) vuole mettere in luce la sensibilità pittorica del poeta-regista, evidenziando la sua piena apertura al dialogo fra letteratura, cinema e arti figurative. Pasolini infatti, pittore egli stesso per tutta la vita, ha sempre indicato i modelli pittorici come riferimenti per il proprio linguaggio cinematografico.
Allievo di Roberto Longhi all’Università di Bologna, dalle cui lezioni sul Romanico e su Caravaggio fu particolarmente influenzato, Pasolini costruisce inquadrature come scene dipinte, esprimendo efficacemente attraverso di esse contenuti molto complessi.
La citazione artistica viene espressa attraverso la messa in posa, i lunghi primi piani che sottolineano la ieraticità dei volti (di attori presi il più delle volte dalla strada) e la ricostruzione di veri e propri tableaux vivants.
Da Accattone (1961) a Mamma Roma (1962), da RoGoPaG (1963) a Il Vangelo secondo Matteo (1963-64), da Teorema (1968) a Il Decameron (1971), si rincorrono i riferimenti ai grandi artisti del passato, quali Mantegna, Caravaggio, Pontormo, Rosso Fiorentino, Piero della Francesca, Giotto, Velázquez, Francis Bacon. Ma la grande arte è presente nella concezione estetica di tutti i film di Pasolini, fino all’ultimo, lo scandaloso quanto lucidissimo e profetico Salò o Le 120 giornate di Sodoma.

Mamiano di Traversetolo, Fondazione Magnani Rocca, settembre - dicembre 2021