Politics 1956-1976

Nuove identità dell'arte italiana

Iseo, Palazzo dell'Arsenale
dal 22 Giugno al 25 Agosto 2019

The exhibition

La mostra prende avvio dalla scultura di Floriano Bodini “La guerra”, emblema dei fatti politici e artistici che si sviluppano dopo il conflitto la fine del conflitto bellico e che rimane in sottotraccia come filo rosso per tutti gli anni a seguire sia come minaccia costante che come pratica adottata nel mondo per affermare nuovi valori.
La mostra si articola in un percorso che coinvolge le opere di artisti come Giuseppe Banchieri, Mino Ceretti, Gianfranco Ferroni, Giuseppe Guerreschi, Bepi Romagnoni e Tino Vaglieri. Protagonisti a partire dalla fine degli anni Cinquanta di una pittura che trae origine dalla realtà sociale che andava rapidamente modificandosi tentando una loro personale interpretazione marcando una distanza rispetto anche alla generazione precedente che andava esemplandosi sul modello neorealista di Renato Guttuso e di cui, gli artisti qui esposti, hanno cercato con linguaggi inizialmente omogenei e poi mano a mano sempre più diversificati di rimanere fedeli ad una ricerca pittorica che mettesse l'uomo e il modificarsi della società al centro della loro ricerca.
La mostra consente anche di misurare le evoluzioni linguistiche di questi artisti che hanno operato prevalentemente in area milanese facendo emergere le proprie identità in un arco di tempo che copre un ventennio. Numerose mostre sono state dedicate a questi artisti, raggruppati sotto l’etichetta talvolta restrittiva di “realismo esistenziale” che si deve a Marco Valsecchi, altri critici forse più vicini all'esperienza iniziale di questi artisti hanno preferito collocare questi lavori sotto l'idea di Realismo Integrale (Emilio Tadini) altri più partigianeria hanno scelto di indicare Realismo Sociale (Mario De Micheli) o all'inverso Realismo Cattolico (Giorgio Kaisserlian e Fortunato Bellonzi) a testimonianza di come il dibattito fosse aperto e accesso e come la pittura di questi artisti fosse oggetto di una contesa.

A cura di Lorenzo Fiorucci

The catalogue

A Milano, un altro realismo aveva cominciato a scavare sentieri rupestri sui volti e nei cuori di uomini affranti. Il Realismo esistenziale di Vaglieri, Romagnoni, Ferroni, Ceretti, Bodini, Banchieri, Guerreschi aveva iniziato ad arrotare coltelli da mattatoio per affettare le scene del loro scontento. Dalle macerie del secondo conflitto, uscirono sussurri e grida di una generazione di autori che, raccogliendo i modi di una pittura sociale avviata da Migneco e poi da Brindisi, ne fecero una forma di testimonianza viva e patita. Confluirono nel loro istinto grafico molte influenze: il lascito dell’Espressionismo tedesco o del Realismo messicano, i margini neri, tetri e aguzzi di Sironi e le ricerche parallele dei colleghi francesi del gruppo La Ruche. Ciò che li distingueva da tutti – nei loro squarci di quotidianità disperante, interni rustici, corpi feriti, banchi lividi di macelli, oggetti di una mediocrità spietata – non era tuttavia la semplice adesione sentimentale alle tragedie dell’umanità, ma la profonda comprensione storica di ogni evento. Il loro essere dentro la storia, dentro le miniere, nei campi riarsi della Sicilia, sul fronte di ogni guerra reale o psicologica, fra le vittime di ogni violenza corale o domestica, li poneva in una posizione di analisi privilegiata, facendo delle loro stesse opere un’arma d’accusa, una prova incontrovertibile.

Gemonio (VA), Museo Civico Floriano Bodini, novembre 2017 - marzo 2018

Iseo (BS), Fondazione L'Arsenale, marzo - aprile 2019