Riemerge, dopo essere rimasta celata per ben settantacinque anni, una spettacolare collezione d’arte, appartenuta al ticinese Riccardo Molo (1883-1934).
Uomo d’affari attivo in Ticino, Italia, Germania e Argentina fra Ottocento e Novecento, Riccardo Molo, grande appassionato di pittura italiana, attinse alla grande disponibilità di opere presenti sul mercato in seguito alla dispersione post bellica di molte collezioni private, dando forma lui stesso a una ricca collezione dalla fisionomia “nazionale”, ripartita attraverso lo schema storiografico e critico delle scuole regionalistiche: con attento equilibrio si assicurò dipinti di artisti lombardi – fra cui spiccano le tele di Mosè Bianchi, di Giovanni Segantini e alcuni capolavori di Gaetano Previati, acquistati nella liquidazione della celebre galleria d’arte milanese di Alberto Grubicy: fra essi merita di essere menzionata la versione preliminare della celebre Maternità – quindi opere piemontesi, venete, emiliane, toscane e napoletane.
Dopo la scomparsa di Riccardo Molo i suoi dipinti non sono più stati oggetto di studio e conoscenza pubblica fino a oggi. La rassegna, documentata da questo catalogo, presenta dunque una selezione di circa cinquanta dipinti e sculture della collezione, con l’intento di offrire una campionatura della fisionomia della raccolta e del gusto di Riccardo Molo sullo sfondo del fenomeno generale del collezionismo del tempo. Il volume accoglie i testi di Sergio Rebora e Maria Cristina Brunati, ed è completato da una bibliografia.
Rancate, settembre 2009 – gennaio 2010
Genova, marzo - giugno 2010