Il volume è dedicato alla produzione ceramica futurista, di cui viene offerta – in occasione di una mostra, nel centenario della celebre avanguardia – un’analisi puntuale, grazie al confronto fra opere della collezione Wolfson e pezzi provenienti da altre istituzioni pubbliche e private. Esempi di ceramica futurista sono stati prodotti a Faenza tra gli anni dieci e gli anni venti del ‘900, ma una vera e propria produzione venne istituzionalizzata solo attorno al 1927 all’interno della Casa Giuseppe Mazzotti di Albisola, diretta dal celebre Tullio che nel 1938 firma con Marinetti il manifesto Ceramica e Aeropittura.
Accanto ai manufatti albisolesi degli artisti più noti – Diulgheroff, Farfa, Fillia, Munari, Gaudenzi, Aquaviva – vengono qui presentate anche esperienze artistiche che hanno tangenze linguistiche con il movimento futurista, come la produzione delle Ceramiche Rometti in Umbria, della BMC in Toscana e della FACI in Lazio.
Nel documentare la molteplicità delle esperienze che si svilupparono in questo campo, mostra e catalogo offrono una riflessione sulla diffusione dei messaggi pubblicitari e di propaganda politica che venivano veicolati anche attraverso produzione ceramica: il culto della velocità e della guerra, l’idolatria della macchina, l’ideale di un uomo nuovo sportivo e ardimentoso. Il volume, corredato da testi critici, è completato da apparati biobibliografici.
Genova, dicembre 2009 – aprile 2010