Il catalogo presenta sessanta opere che vogliono mostrare l’influsso che il grande pittore francese Henri Rousseau (1844-1910) ha esercitato negli anni dieci del Novecento su artisti italiani come Soffici, Carrà, Rosai, Garbari, Morandi e, negli anni venti e trenta, su Donghi, Usellini, Birolli, Tomea, Breveglieri e altri.
Per tanti nostri artisti d’avanguardia infatti, Henri Rousseau, detto il Doganiere, diventa in tempo di guerra l’esempio di una pittura carica di stupore, tra il sogno e la fiaba. Il suo sguardo fanciullesco ispira loro un’arte apparentemente “ingenua”, ma in realtà raffinatissima, che sostituisce al dinamismo futurista immagini incantate e senza tempo, in anticipo sul realismo magico europeo.
L’esempio del pittore francese, erroneamente definito “naïf”, suggerisce infatti alle avanguardie italiane una nuova via alla modernità: la via dello stupore.
Tra i numerosi artisti italiani qui documentati, un omaggio particolare è riservato al milanese Cesare Breveglieri (1902-1948), di cui sono presentate tutte le opere più importanti, nelle quali dipinge una Milano ingenua, trasognata e magica.Il catalogo, con testi di Elena Pontiggia, Luigi Cavallo e Claudio Garbari, accoglie documenti inediti e approfonditi apparati critici.
Milano, marzo - giugno 2011