Il nodo critico che il curatore Marco Meneguzzo ha affrontato in questo volume è quello della parola, del logos che diventa protagonista dell'opera d'arte in quella stagione che vede l'affermarsi della cosiddetta "arte concettuale".
Partendo da tre artisti siciliani -Emilio Isgrò, Salvo e Mimmo Germanà, in occasione della mostra agrigentina collegata a questo libro- la visione si allarga all'intero panorama italiano, che presenta una singolare vivacità e varietà di posizioni, alcune ben lontane dagli asettici e "scientifici" approcci strutturali e linguistici tipici, per esempio, del concettualismo americano.
Sono proprio queste caratteristiche eterodosse del concettualismo italiano a fare del volume uno spaccato sorprendente di quegli anni, in fondo poco conosciuti se non negli attori principali, e a restituire uno scenario ben più ricco e autonomo alla storia recente dell'arte italiana: uno sguardo critico ampio e non legato a singoli raggruppamenti, che serve a restituire meglio l'immagine di un'atmosfera tipica degli anni sessanta e settanta, segnata dalla presenza "trasversale" della parola arte.
Agrigento, aprile - giugno 2011