Ugo Attardi (Sori, Genova, 1923 - Roma, 2006), è stato uno degli artisti più versatili del secondo Novecento italiano.
Pittore ma anche scultore, disegnatore e scrittore di talento – proprio “L’erede selvaggio” è il titolo del romanzo con cui vinse nel 1971 il Premio Viareggio – Ugo Attardi, profondamente legato alla tradizione siciliana, mise a punto, nel corso degli anni sessanta, la sua inconfondibile cifra stilistica: una pittura satura di colore e di geometrie, dove la grande lezione dell’espressionismo del Novecento (Dix, Grosz, Beckmann) è attraversata a ritroso con la storia dell’arte passata, da Velasquez e Goya sino a Tiziano.
Il volume ripropone l’intero ventaglio della produzione dell’artista, dal raro gruppo di dipinti non figurativi della fine degli anni quaranta alle ricerche degli anni cinquanta e oltre, insieme a opere capitali della sua produzione come i dipinti monumentali “Crocifissione a Saragozza” e “Gli assassini”, che all’epoca della loro prima apparizione suscitarono un intenso dibattito critico.
Sono inoltre documentate un’ampia scelta dell’attività grafica e una selezione delle opere scultoree.
Marsala, ottobre 2011 - gennaio 2012