All’inizio fu l’Oriente vicino, l’esotismo e la seduzione degli hammam e degli harem, dei minareti e dei deserti e dei colori delle città del Magreb.
Poi lo sguardo degli artisti migrò ancora più a est, verso le culture e le atmosfere dell'estremo oriente: un centinaio di grandi opere, raccolte in questo volume, raccontano della tensione verso i confini lontani che ha animato la pittura italiana tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
I due protagonisti innanzitutto, Francesco Hayez e Antonio Fontanesi. L’Oriente del primo è quello vicino, mediterraneo, non direttamente vissuto ma sapientemente evocato. Quello del secondo, invece, è il lontano Giappone, regno che lo ospitò a lungo, onorandolo, e che lui a sua volta volle onorare. Intorno ai due, i molti altri – provenienti da tutte le regioni d’Italia – che in questi anni hanno descritto gli incanti e le malie di terre ai più ignote, da Stefano Ussi a Pompeo Mariani, da Galileo Chini a Domenico Morelli solo per citarne alcuni. Il volume, introdotto da numerosi saggi critici, accoglie la riproduzione delle opere esposte, fra le quali si segnalano i taccuni di viaggio degli artisti Roberto Guastalla e Alberto Pasini. Completano il volume le biografie degli artisti e apparati bibliografici.
Autori dei saggi: Emanuela Angiuli, Silvestra Bietoletti, Massimo Cardillo, Federica Franceschini, Alessandra Imbellone, Laura Lombardi, Paolo Longo, Fernando Mazzocca, Eugenia Querci, Anna Villari.
Reggio Emilia, febbraio - aprile 2012