La chiesa domenicana di S. Caterina a Trino Vercellese si inscrive nell’architettura tardogotica dell’Italia del Nord. Nonostante l’importanza della committenza (i Paleologi, marchesi del Monferrato) e la grandiosità dell’edificio (una vasta chiesa a sala), esso non gode di adeguata fortuna critica, complici l’infelice collocazione urbanistica e il progressivo avviluppo di volumi accessori. Si è dunque voluto colmare una lacuna storiografica inquadrando il cantiere nel più vasto tema dell’architettura tardomedievale in laterizio. L’analisi è partita dalle anomalie e dai dati materiali ricavabili da rilievi geometrici e termografici, da scavi (non stratigrafici) e da osservazioni archeologiche sugli elevati, che hanno rivelato numerose fasi costruttive. La sequenza cronologica è stata confrontata con la documentazione scritta, che sottolinea la centralità del cantiere nel contesto locale e dinastico, e con la ricca iconografia storica, che ha consentito una puntuale storia regressiva del cantiere (chiesa e convento). Ciò ha permesso di ricostruire congetturalmente il nitido progetto architettonico originale, che prevedeva ancora un sistema di copertura misto su campate di profondità diverse. Questa scelta conservativa è coerente con il momento di fondazione della comunità, caratterizzato da scontri religiosi (scisma) e militari il cui teatro non era distante da Trino. Sul piano liturgico, lo spazio medievale appare organizzato come nelle altre chiese domenicane e arricchito dalla presenza di altari e sepolture privilegiate. Benché non sia possibile sostenerne con certezza una diretta commissione marchionale, il cantiere tridinese mostra numerosi rapporti formali e materiali con quelli dei Paleologi: in particolare, alcuni comuni elementi architettonici sembrano avere una funzione araldica. Lo stretto confronto di S. Caterina con l’architettura (domenicana e non) del Tre-Quattrocento lombardo mostra un atteggiamento sfacciatamente tradizionalista, probabilmente funzionale ad accrescere il prestigio della tardiva fondazione monferrina.
PAROLE CHIAVE: Architettura, Piemonte liturgia, Tardogotico, Domenicani
ENGLISH
The Church of S. Caterina in Trino Vercellese: the First Dominican Foundation in Palaeologan Monferrato
The Dominican church of S. Caterina in Trino Vercellese can be ascribed to the late Gothic architecture of northern Italy. Despite the importance of the patronage (the Palaeologans, Marquises of Monferrato) and the grandeur of the building (a vast hall church), it has not enjoyed adequate critical fortune, because of the unfortunate urban location and the progressive development of accessory volumes. We can therefore fill a historiographical gap by framing the building site in the broader theme of late medieval brick architecture. The analysis starts from the anomalies and from the material data obtained from geometric and thermographic surveys, from excavations (not stratigraphic) and from archaeological observations on the elevations, which reveal numerous construction phases. Such a chronological sequence has been compared with the written documentation, which emphasizes the centrality of the building site in the local and dynastic context, and with the rich historical iconography, which allows a punctual regressive history of the building site (church and convent). This makes it possible to conjecturally reconstruct the sharp original architectural design, which still included a mixed roofing system on differently deep bays. This conservative choice is consistent with the foundation of the community, characterized by religious contrasts (schism) and military clashes whose theatre was not far from Trino. In the liturgical context, the medieval space appears as organized in the other Dominican churches and enriched by the presence of privileged altars and burials. Although it is not possible to support with certainty a direct marquis commission, the Tridinese building shows numerous formal and material relations with those of the Palaeologan Marquises: in particular, some common architectural elements seem to have a heraldic function. The close comparison of S. Caterina with the architecture (Dominican or otherwise) of the Tre-Quattrocento lombardo shows an openly traditionalist attitude, probably functional to increase the prestige of the late Monferrato foundation.
KEYWORDS: Architecture, Piedmont liturgy, late Gothic, Dominicans
- Decoro a «Korbboden» (fondo di canestro): una nota sul «vizio di noi occidentali, della spiegazione mimetica delle immagini, anche in presenza di disegni astratti»
Silvana Casartelli Novelli - Gaeta e i suoi Exultet: riflessioni sul legame tra la città e le opere attraverso lo studio di alcune iconografie
Agnese Bertazzoli - La emergencia de la consciencia artística en los talleres del románico hispánico a través de la firma y el retrato
Carles Sánchez Márquez - L’immaginario dell’Aldilà nel Giudizio finale di Mar Musa al-Habashi (Nebek, Siria)
Maria Raffaella Menna - Dating the Hagia Sophia Deesis
Joseph Polzer - Tutto a suo tempo: la ‘didattica inclusiva’ dei cicli monumentali dei Mesi in Italia
Grazia Maria Fachechi - Filologia del testo e cronologia nell’architettura napoletana di età angioina. La scultura architettonica e le fasi di cantiere del Duomo e di San Lorenzo Maggiore
Francesco Aceto - Note su S. Francesco della Scarpa a Bitonto: un esempio trascurato dell’architettura mendicante in Terra di Bari
Maria Teresa Gigliozzi - Maestro Pulia. Un artefice poliedrico a Verona tra XIII e XIV secolo
Silvia Musetti - Ancora sul polittico giottesco di S. Reparata
Giorgio Bonsanti - Il cofanetto con martiri di Trebisonda del Tesoro di S. Marco. Nuove proposte
Beatrice Daskas - La chiesa di S. Caterina a Trino Vercellese, prima fondazione domenicana nel Monferrato paleologo
Marco Frati - Con Boni nel Foro? Gordon McNeil Rushforth, Giacomo Boni e la scoperta di S. Maria Antiqua
Andrea Paribeni - Notizie e recensioni
- The Art of Medieval Hungary, ed. by Xavier Barral i Altet, Pál Lővei, Vinni Lucherini, Imre Takács. Roma, Viella, 2018
Alessandro Taddei - Les médiévistes face à la documentation des érudits modernes. Méthodes et enjeux
(Paris, Institut de Recherche et d’Histoire des Textes, 7-8 mars 2019)
Haude Morvan