La difficile situazione nel Mediterraneo Orientale spinse Genova, poco dopo la metà del secolo XIII, a cercare l’alleanza con l’impero di Nicea, finalizzata ad annientare l’impero Latino d’Oriente, frutto della IV crociata, e a togliere ai veneziani il primato commerciale acquisito. A suggellare il patto, l’imperatore Michele VIII Paleologo donò ai genovesi due preziosi pallii: uno, perduto, che raffigurava la sua persona, l’altro con le storie dei martìri dei santi Sisto, Lorenzo e Ippolito. Quest’ultimo è il pallio di San Lorenzo, imponente tessuto in seta purpurea ricamata che presenta centralmente una scena estranea al ciclo narrativo, ma che costituisce il perno ideologico e politico del ‘messaggio’ di questo dono diplomatico. L’imperatore Michele VIII, accompagnato dall’arcangelo Michele, viene condotto da San Lorenzo entro l’omonima cattedrale genovese. Su questa scena, già analizzata a fondo nel corso degli studi precedenti, viene concentrata una particolare attenzione. Brevemente vengono inoltre trattati alcuni elementi stilistici in rapporto all’arte del ‘Rinascimento paleologo’, nonché il riferimento al contesto artistico della ‘Lingua franca’, nel quale il pallio, per il suo ‘stare in mezzo’ fra due potenze, l’una occidentale e l’altra orientale, e per una grafìa artistica greca ma spiegata in lettere latine, è stato da tempo inserito. Ulteriore attenzione viene dedicata alla definizione del pallio come ‘libro’ – biblos – che il rétore Manuele Holobolos diede in un ben studiato encomio che tenne alla corte di Michele VIII probabilmente nel Natale del 1265. Tale definizione risponde dell’alto concetto che del libro si aveva da sempre nella società bizantina e inquadra il ragionamento dell’intellettuale greco. Vengono infine esaminate alcune ‘rime visive’ presenti nell’opera, con particolare riguardo alle due scene del Martirio e della Sepoltura di San Lorenzo, con le sue peculiarità iconografiche e devozionali e viene rafforzata l’idea, già presente nei lavori di alcuni studiosi, che solo un intenso lavoro di équipe poté consentire al laboratorio tessile della corte di Nicea di realizzare un simile capolavoro in pochissimo tempo.
PAROLE CHIAVE: Michele VIII Paleologo, Trattato di Ninfeo, Impero di Nicea, Genova, Arte paleologa.
ENGLISH
An imperial gift from Nicaea to Genoa: the pallio di San Lorenzo – year 1261
The difficult situation on the eastern Mediterranean sea spurred Genua, little after the middle of the XIII Century, to forge an alliance with the Nicaea Empire with the objective to annihilate the Oriental Latin Empire, outcome of the IV crusade, and take away the acquired commercial supremacy from the Venetians. Emperor Micheal VIII Palaeologue, to seal the pact, gifted the Genoese with two precious pallia: one, lost, which depicted himself, the other one with the martyrs’ stories of San Sisto, San Lorenzo and Sant’Ippolito. The latter is the pallio di San Lorenzo, impressive fabric of embroidered purple silk which depicts a central scene outside of the narrative series but that represents the ideological and political hinge of the ‘message’” of this diplomatic gift. Emperor Micheal VIII, accompanied by archangel Micheal, is escorted by San Lorenzo into the homonymous Genoese cathedral. On this scene, already analysed during previous studies, is given a particular attention. Briefly, are also taken in analysis some stylistic elements in relation to the ‘Palaeologue Renaissance’ art, as well as reference to the ‘Lingua franca’ artistic contest, in which the pallio has been aligned since long due to its position between two powers, one western and one eastern and also for the use of greek artistic graphics but with explanation in latin letters. Further attention is given to the definition of pallio as book – biblos – that rhetorician Manuele Holobolos used in a well studied eulogy to the court of Michael VIII probably on Christmas 1265. This definition relates to the high concept that the bizantine society had always of books and sets the reasoning of greek intellectuals. At the end are examinated some ‘rime visive’ of the pallio, with special attention given to the two scenes of the Martyrdom and Burial of San Lorenzo, with their iconographic and devotional peculiarities and it is given strength to the idea, already present in previous studies, that only an intense team work allowed the textile lab of the Nicea court to produce such a masterpiece in such short time.
KEYWORDS: Michael VIII Palaeologue, Nymphaeum treaty, Nicaea Empire, Genoa, Palaeologan art.
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