Malgrado il ritardo con cui i Genovesi si affacciarono nel Mediterraneo orientale, con il trattato di Ninfeo e la successiva riconquista di Costantinopoli (1261) essi poterono assicurarsi vantaggi giuridici ed economici nei territori bizantini, mai raggiunti da nessun altro stato occidentale. Attorno alla fitta costellazione di insediamenti che fiorì tra la zona pontica e le isole dell’Egeo, si andò così strutturando il commonwealth genovese. Il quartiere di Galata a Costantinopoli, sulla sponda settentrionale del Corno d’Oro, fu il fulcro di questo vasto impero coloniale, nonché il punto nodale della lunga e intensa dialettica culturale tra Genova e Bisanzio. All’interno di questa nuova realtà politica, per molti aspetti liminale, prese forma un composito ambiente multiculturale dal quale scaturirono creazioni artistiche e architettoniche senza precedenti, frutto dell’interazione tra istanze ideologiche e culturali occidentali e componenti allogene della secolare tradizione bizantina. Purtroppo la cancellazione del tessuto urbano medievale di Galata ci ha consegnato un panorama di testimonianze monumentali molto rarefatto, picco emergente di una storia molto più complessa. Oltre al trecentesco Palazzo del Podestà, attualmente inglobato in un fabbricato di epoca moderna (Bereket Han), l’antica chiesa domenicana (attuale Arap Camii) è ancora in certa misura leggibile nel suo impianto e nei suoi caratteri gotici, colmando in parte la grave distruzione del vicino convento occupato dai Francescani. Recentissima è inoltre la scialbatura - con la conseguente perdita - delle pitture murali dell’Arap Camii che, riaffiorate a più riprese a partire dal 1999 e subito rioccultate, costituiscono forse il documento figurativo più autorevole della colonia genovese a Costantinopoli. Sebbene solo un loro completo recupero, che si auspica possa avvenire in un futuro non lontano, potrà consentirci di analizzarle in profondità, la loro parziale documentazione, da me rintracciata, può fornire nell’immediato nuovi importanti dati sul loro programma iconografico.
PAROLE CHIAVE: Genova, Costantinopoli, Galata, Arap Camii, Domenicani, pittura murale.
ENGLISH
Genoa at Constantinople. The Colony of Galata, the Church of St. Dominic and its “lost” Painted Cycle
Despite its belated involvement in the Eastern Mediterranean, following the Treaty of Nymphaeum and the reconquest of Constantinople (1261) Genoa was able to acquire legal and economic advantages in the Byzantine territories, in a measure never before achieved by any western state. Amongst the dense constellation of settlements which flourished between the Pontic region and the Aegean Islands, the Genoese Commonwealth began to form. The Galata quarter on the northern shore of the Golden Horn in Constantinople was the fulcrum of this wide colonial empire, as well as the focal point of the long intercultural dialectic between Genoa and Byzantium. Within this new – and in many aspects, liminal – political entity, a multicultural and composite milieu arose. Unprecedented artistic and architectural creations emerged from this, as a result of western ideological and cultural elements interacting with components of the Byzantine tradition. The loss of Galata medieval urban infrastructure has left us a very limited number of monumental remnants. Two buildings from this period are the Palazzo del Podestà, which is now integrated within the modern Bereket Han, and the ancient church of the Dominican Order (present Arap Camii), which is still recognizable due to its partially unaltered Gothic structure. Its survival is even more important considering the disappearance of the nearby Franciscan Convent. Furthermore, the recent whitewashing of the mural paintings which recently (1999-2012) came to light in Arap Camii entailed another major loss: in fact, these works no longer visible may be considered as the most remarkable figurative documents generating from the Genoese colony in Constantinople. While only a complete recovery of the paintings will allow us to analyze them in depth, for the time being their partial documentation can provide important new data on their iconographic programme.
KEWYORDS: Genoa, Constantinople, Galata, Arap Camii, Dominicans, Wall Painting.
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