La critica recente ha aperto un fecondo dibattito sul portico della cattedrale di Terracina in merito ai diversi aspetti architettonico, scultoreo e decorativo al fine di chiarire l’orizzonte culturale entro il quale situare questo enigmatico monumento e definire con maggior precisione i confini cronologici della sua realizzazione, che non trova ancora il pieno accordo tra gli studiosi. Grazie alla scoperta di un inedito documento d’archivio, nel recente convegno di studi su Terracina nel Medioevo ho proposto una nuova analisi iconografica del distrutto mosaico sul lato sinistro del portico, ricostruendo dopo secoli quella unità perduta. Nel presente articolo, che completa e arricchisce quell’intervento, attraverso un’analisi approfondita del testo redatto sul documento da Bartolomeo Giordani, unitamente alle considerazioni scritte in una missiva inedita di Giovanni Marangoni al vescovo Gioacchino Maria Oldi e a uno dei più noti disegni di Baldassarre Peruzzi del suo soggiorno-studio a Terracina, è stato possibile delineare il contesto storico durante il quale fu realizzato il disegno del mosaico perduto, far emergere l’interesse per le indagini sui sotterranei del Foro Emiliano tra XVI e XVIII secolo e ricostruire le vicende che hanno portato al coinvolgimento del Marangoni, mettendo in luce quel sottile legame tra il vescovo Simeone all’inizio del XIII secolo e il vescovo Oldi nel Settecento. Inoltre è stata ricostruita la vicenda conservativa del mosaico tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento grazie al carteggio conservato presso l’Archivio Centrale dello Stato.
PAROLE CHIAVE: Terracina, cattedrale S. Cesareo, mosaico portico, Giovanni Marangoni, Bartolomeo Giordani, vescovo Gioacchino Maria Oldi.
ENGLISH
«Un bellissimo monumento da farne un gran conto»: New Considerations on the Lost Mosaic of the Portico of Terracina Cathedral and Three Documents by Baldassarre Peruzzi, Bartolomeo Giordani and Giovanni Marangoni
Critics have recently opened a lively debate on the portico of Terracina cathedral regarding the various architectural, sculptural and decorative aspects in order to inscribe this enigmatic monument within the correct cultural bounds and to precisely define the time of the construction, which is not already agreed upon by scholars. Thanks to the discovery of an unpublished document by Bartolomeo Giordani in the Sezze chapter Archive, in the recent conference Terracina nel Medioevo I proposed a new iconographic analysis of the destroyed mosaic on the left lintel of the portico, bringing back its unity, lost for centuries. This article can be considered as completion and improvement of that speech. It outlines the historical context when the left mosaic drawing was made, highlights the interest in investigating the underground spaces of the Foro Emiliano between the 16th and 18th centuries and retraces the events that led to the involvement of Giovanni Marangoni. It also highlights the subtle link between bishop Simeone at the beginning of the 13th century and bishop Gioacchino Maria Oldi in the 18th century through an in-depth research of the text written on the document by Giordani, together with considerations composed on an unpublished letter by Marangoni to bishop Oldi and the analysis of one of the most famous sketches made by Baldassarre Peruzzi during his stay in Terracina. Furthermore the article goes back over the conservative history of the mosaic between the end of the 19th century and the beginning of the 20th century thanks to the correspondence preserved in the Archivio Centrale dello Stato in Rome.
KEYWORDS: Terracina, St. Caesarius’ Cathedral, Mosaic Portico, Giovanni Marangoni, Bartolomeo Giordani, Bishop Gioacchino Maria Oldi.
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