Contro la mimesi degli esseri animati.
L’articolo riconsidera la crisi iconofobica di matrice cristiana, manifestatasi nella rimozione, dal decoro di oltre ottanta chiese della Grande Siria, dei generici motivi zoomorfi ed antropomorfi. L’evidenza archeologica più importante, la correzione dei mosaici pavimentali, porta a datare il fenomeno all’VIII secolo, al tempo della dominazione araba. Sebbene le sue cause siano ancora discusse, l’interpretazione più convincente vi vede una risposta all’accusa musulmana di idolatria e un accomodamento all’ideologia dei dominatori che bandiscono dalle moschee la rappresentazione di animali e di persone, le uniche creature ‘animate’, perché in possesso dell’alito della vita. Precisando la differenza fra la crisi siropalestinese e l’Iconoclastia, si analizza l’immagine ‘ibrida’ scaturita dalla de-figurazione che, evocando alcuni aḥādīth, sopprime la testa e gli arti del motivo animato per de-animarlo, procedendo poi ad unire ai segmenti anatomici rimasti ramoscelli o fiori in modo tale da creare un inedito puzzle. Si attua così un compromesso tra la forma preesistente, che non è affatto azzerata, e le nuove convenzioni, una soluzione che, alla luce del concetto socio-antropologico di ibridazione, esprime la dimensione transculturale delle comunità cristiane locali che si adattano all’Islam pur opponendo ad esso una certa resistenza. E l’ambivalenza di questa contaminazione è testimoniata anche dalla figura iconofobizzata ridotta a mera silhouette o da quella rimpiazzata da un motivo inanimato e tuttavia ancora riconoscibile per la discontinuità della tessitura del fondo. Alcune fonti cristiane tra fine VII e IX secolo offrono spunti per esplorare l’estetica dell’ibrido anche dal punto di vista della sua ricezione e per individuare altre possibili implicazioni sottese alla crisi iconofobica, riflesso di un’epoca di importanti cambiamenti e di negoziabili interazioni fra la cristianità e l’Islam.
PAROLE CHIAVE Iconofobia, Grande Siria, mosaici pavimentali, Islam, Iconoclastia.
ENGLISH
Against the Mimesis of Animated Beings.
The Iconophobic Crisis in the Early Islamic Greater Syria
The article reconsiders the iconophobia of Christian origin. In fact it has been manifested in the suppression, from the decoration of over eighty churches in the Greater Syria, of the generic zoomorphic and anthropomorphic motifs. The most important archaeological evidence, the correction of the floor mosaics, suggests a dating of the phenomenon in the 8th century, at the time of Arabic rule. Although its causes are still discussed, the most convincing argument thinks of a reaction to the Muslim accusation of idolatry and an accommodation to the ideology of the rulers that ban the images of animals and people from mosques, namely the animated beings, having of the breath of life. My study aims to specify the difference between the iconophobia and Iconoclasm and to analyse the ‘hybrid’ image resulting from the ‘de-figuration’ that removes the head and limbs of the animated motif to de-animate them and joins twigs or flowers to the remaining anatomical debris in order to achieve an original puzzle. This practice evokes some aḥādīth and creates a visual compromise between the pre-existing form, which is not reset, and the new conventions. In the light of the socio-anthropological concept of hybridization, this compromise expresses the transcultural dimension of local Christian communities that adapt to Islam even if they offer some resistance to it. Therefore, the notion of ‘hybrid’ expands to include also the figure that the iconophobic act has reduced to a mere silhouette or replaced by an inanimate motif, yet it is still recognizable due to discontinuity of the background. Some Christian written sources between the end of the 7th and 9th centuries offer insights for an analysis of the aesthetics of the hybrid also under the profile of its reception and for the identification of other possible implications underlying the iconophobic crisis, reflecting a period of important changes and negotiable interactions between Christianity and Islam.
KEYWORDS Iconophobia, Greater Syria, Floor Mosaics, Islam, Iconoclasm.
- Critica
- La ricostruzione teodosiana della Grande Chiesa di Costantinopoli (ca. 404-415).
Frammenti di un mosaico documentario
Alessandro Taddei - Contro la mimesi degli esseri animati.
La crisi iconofobica nella Grande Siria protoislamica
Simona Rinaldi - Il velarium di S. Maria della Piazza ad Ancona.
Una testimonianza di pittura altomedievale nelle Marche centrali
Letizia Barozzi - S. Maria Assunta di Torcello.
Scultura altomedievale architettonica e di arredo liturgico, in contesto e fuori contesto
Michela Agazzi, Devis Valenti - Corrado di Suburra cardinale vescovo di Sabina e la produzione pittorica a Roma e nel Lazio nella prima metà del XII secolo
Fabio Betti - «Un fulgore irresistibile». Alcune osservazioni su immagini e paratesto nel Vat. gr. 666
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Marco Flamine - Oreficerie d’Oltralpe nel Tesoro pontificio e il problema della circolazione degli stili intorno all’anno 1300
Giampaolo Distefano - Innovation and Archaisms in Raimondo del Balzo Orsini’s S. Caterina in Galatina
(ca.1385-1391) Maria Harvey - Una scultura identitaria. Sulla Bauplastik di S. Caterina d’Alessandria a Galatina e Raimondo del Balzo Orsini
Giulia Pollini - Brescia, l’asse storico monumentale di via dei Musei:
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Giulia Grassi - Ol’ga Sigizmundovna Popova, storica dell’arte bizantina
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- Un reliquiario donato da papa Anacleto II?
Il restauro della cassettina lignea e dipinta della cattedrale di Alatri
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- Ricordo di Raffaella Farioli Campanati
Isabella Baldini - Barbara Franzé, Nathalie Le Luel (dir.), Le transept et ses espaces élevés dans l’église du Moyen Âge (XIe-XVIe siècles). Pour une nouvelle approche fonctionnelle (architecture, décor, liturgie et son), Actes du colloque de Lausanne (20-21 avril 2015), Zagreb 2018
Lorenzo Mercuri - Francesca Dell’Acqua, Iconophilia. Politics, Religion, Preaching, and the Use of Images in Rome, c. 680-880, London-New York, Routledge, Taylor & Francis Group, 2020
Alessandro Taddei - I Corali miniati di San Giorgio Maggiore a Venezia. L’inCanto della Parola. The illuminated Choir Books of San Giorgio Maggiore in Venice. The Enchantement in the Word, a cura di Federica Toniolo, Chiara Ponchia, Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo, 2020
Giordana Mariani Canova - Michele D. Marincola, Lucretia Kargère, The Conservation of Medieval Polychrome Wood Sculpture: History, Theory, Practice, Los Angeles, Getty Conservation Institute, 2020
Giorgio Bonsanti - The Medieval Iberian Treasury in the Context of Cultural Interchange. Expanded edition, ed. by Therese Martin, Leiden-Boston, Brill, 2020
Antonino Tranchina - Il Duomo di Modena. Studi e ricerche per un approccio interdisciplinare, a cura di Carla Di Francesco, Francesca Piccinini, Elena Silvestri, Torino, Allemandi, 2021
Giorgio Milanesi - Icons of Sound. Voice, Architecture, and Imagination in Medieval Art, ed. by Bissera V. Pentcheva, New York, Routledge, 2021
Lucrezia Sozzè