Il volume accompagna l'importante esposizione dedicata alla scultura italiana del Novecento organizzata dalla Provincia di Milano e curata da un comitato scientifico di rilievo presieduto da Maurizio Calvesi, in cui per la prima volta viene presentato il percorso dell'arte scultorea italiana dagli inizi del secolo a oggi attraverso i suoi protagonisti più significativi. Il percorso prende avvio dall'inizio del Novecento con Medardo Rosso, Adolfo Wildt e con le opere futuriste di Giacomo Balla e Umberto Boccioni. Numerosi sono i protagonisti degli anni venti-quaranta: da Arturo Marini a Giacomo Manzù, da Francesco Messina a Giorgio de Chirico, per citare solo alcuni. Il primo astrattismo è documentato da Lucio Fontana e fausto Melotti e, nel secondo dopoguerra, da Andrea Cascella, Alberto Viani, Pietro Consagra e molti altri. Per gli anni sessanta e settanta sono presenti le opere di Mario Ceroli e Pino Pascali, mentre non mancano artisti legati alle esperienze dell'arte povera: Michelangelo Pistoletto, Gilberto Zorio, Giuseppe Penone. Le ultime generazioni sono rappresentate da artisti che sono stati capaci di cogliere, pur nell'assoluta novità delle loro soluzioni, i fondamenti espressivi e le modalità della scultura e della sua pretesa continuità.